Floricoltura Orchidee

ORCHIDEA PAPHIOPEDILUM

Paphiopedilum
Paphiopedilum

Il genere Paphiopedilum, comprende circa cinquanta specie di orchidee originarie dell’Asia tropicale, della Malesia, Sumatra e isole vicine. Il nome Paphiopedilum deriva dal greco “Paphie” la dea di Paphos Afrodite e “pedilon” che vuol dire «sandalo», vale a dire «il sandalo di Afrodite» o «scarpette di Venere» che ricorda la forma del fiore.  

La bellezza delle orchidee Paphiopedilum è dovuta non solo ai fiori ma anche alle foglie, coriacee e persistenti che si originano direttamente dal rizoma, spesso variamente screziate che la rendono molto decorativa anche senza fiori.

Luce: le esigenze di luce delle diverse specie di orchidea Paphiopedilum sono abbastanza variabili tra loro anche se non commettiamo grossi errori nel considerare che in generale non sono piante particolarmente esigenti in fatto di luce anzi è opportuno che la luce sia moderata.

Annaffiatura: la Paphiopedilum non avendo pseudobulbi richiede annaffiature regolari durante tutto l’arco dell’anno facendo in modo che il substrato di coltivazione sia umido, non troppo bagnato specialmente d’inverno quando la ventilazione è scarsa. In linea di massima, possiamo affermare che d’estate mediamente le Paphiopedilum vanno annaffiate ogni due giorni, nei restanti periodi, una volta alla settimana.

Mantenere un ambiente umido intorno alla pianta è fondamentale. Per questo è opportuno posare il vaso che contiene la pianta su un sottovaso (o altro recipiente) nel quale avrete sistemato dell’argilla espansa o della ghiaia nel quale terrete sempre un po’ d’acqua. In questo modo le radici dell’orchidea non entreranno a contatto con l’acqua che evaporando garantirà un ambiente umido intorno ad essa.

Temperatura: l’umidità ottimale per le orchidee Paphiopedilum non è particolarmente elevata in quanto si aggira intorno al 70%. Ovviamente tutto ciò è in proporzione alla temperatura: temperature elevate richiederanno maggiore umidità ma in questo caso è fondamentale garantire alla pianta una buona ventilazione per evitare dei pericolosi ristagni idrici che potrebbero provocare l’insorgenza di pericolose patologie.

Concimazione: le orchidee Paphiopedilum non sono particolarmente esigenti in fatto di concimi essendo delle piante terrestri ricavano il loro nutrimento dal terreno di coltivazione al contrario delle orchidee epifite che devono preoccuparsi di sviluppare un eccellente apparato radicale che deve assorbire il nutrimento dall’aria e da agenti esterni al substrato di supporto. Pertanto se avete usato un buon terriccio, le concimazioni andranno fatte a partire dalla primavera, da marzo fino a giugno usando una formula bilanciata e in autunno, da settembre e per metà novembre.