Arbusti Vivaio

ARBUTUS UNEDO o CORBEZZOLO

arbutus unedo
Arbutus Unedo o Corbezzolo

Famiglia Ericaceae

Chiamato anche ceraso marino o albatro. Il corbezzolo è un elegante arbusto di dimensioni medio grandi, con sviluppo abbastanza disordinato, sempreverde; è molto apprezzato nei giardini grazie al fogliame brillante e persistente ed alla corteccia rossastra. In Italia, e in tutta l’area del mediterraneo, è diffuso anche in natura, soprattutto nelle aree centrali della penisola, dove spesso forma piccoli boschetti.

I fiori, sono riuniti in pannocchie pendule che ne contengono tra 15 e 20. La corolla è di colore bianco-giallastro o rosea. La fioritura avviene in ottobre-novembre. Sono ricchi di nettare, e per questo motivo intensamente visitati dalle api, se il clima non è già diventato troppo freddo. Dai fiori di corbezzolo si ricava dunque l’ultimo miele della stagione, pregiato per il suo sapore particolare, amarognolo e aromatico. Questo miele è prezioso anche perché non sempre le api sono ancora attive al momento della fioritura, e dunque non in tutti gli anni è possibile produrlo.

Le bacche

Le bacche

Ai fiori seguono i frutti che maturano in autunno; si tratta di bacche simili a grosse fragole sferiche, dal sapore leggermente dolce; i corbezzoli possono essere consumati crudi o in marmellata, ma è importante mangiarli al giusto punto di maturazione, troppo acerbi o troppo maturi possono risultare dal sapore poco piacevole. Inoltre, a fine primavera, la corteccia si squama scoprendo un legno color rosso cannella.

Il legno di corbezzolo è un ottimo combustibile per il riscaldamento casalingo utilizzato su camini e stufe, ma il suo utilizzo maggiore è per gli arrosti grazie alle sue caratteristiche aromatiche.

 L’origine del nome generico, dovuto probabilmente al sapore aspro del frutto e delle foglie, ha radici antiche da ricercarsi nel celtico ‘ar’ = aspro e ‘butus’ = cespuglio. Mentre l’origine del nome specifico “unedo” deriva da Plinio il Vecchio che, in contrasto con l’apprezzamento che in genere riscuote il sapore del frutto, sosteneva che esso fosse insipido e che quindi dopo averne mangiato uno (unum = uno e edo = mangio) non veniva voglia di mangiarne più. In Algeria e in Corsica dai frutti si ricava il vino detto “di corbezzolo”. I romani invece attribuivano a questa pianta poteri magici.