Giardinaggio

GIARDINO GIAPPONESE ZEN 日本 庭园 Nihon teien

Il progetto viene affrontato tenendo conto dei rigorosi dettami dell’estetica giapponese. Il giardino giapponese si differenzia moltissimo dai nostri usuali spazi verdi sia per quanto riguarda gli arredi, sia per quanto riguarda le coltivazioni, ma una volta allestito, risulta di notevole bellezza. E’ uno spazio adatto alla meditazione, alla contemplazione, alla ricreazione ed al piacere estetico. Pace ed armonia devono essere gli elementi principali del luogo. E’ un giardino dove regna sovrana la simbologia e dove qualsiasi elemento vuol significare qualcosa di concreto, un esatto principio, un significato profondo. E’ un giardino particolarissimo dove non c’è un normale manto erboso ma un manto di muschio delineato da piccole montagnole. E’ un luogo dove ritrovare felicità e benessere ed è assolutamente minimalista perché formato da pochissimi elementi essenziali che servono per ritrovare semplicità.

Partendo dal principio che il giardino giapponese può essere piccolo ma deve dare l’impressione di trovarsi in paesaggi dallo spazio infinito e dagli orizzonti illimitati, acqua, alberi e soprattutto rocce, debbono essere posizionati in maniera armonica perché il giardino non deve sembrare artefatto ma deve essere evocativo, simbolico e contemplativo.

ORIGINI

giardino tsukijamaIl giardino giapponese ha una storia di oltre mille anni. Inizialmente, gli antichi giapponesi impararono le tecniche e i motivi di composizioni dagli artigiani cinesi e coreani, ma poi, intorno al X secolo, cominciarono ad inventare delle tipologie proprio giapponesi.

Quattro sono gli stili principali del giardino giapponese:
Giardino di Shinden-zukuri. Stile di giardino sviluppato intorno al X secolo per le residenze aristocratiche. E’ caratterizzato da un lago giacente a sud del padiglione con isolotti e ponticelli, dove i nobili ospitavano riti e banchetti stagionali.

Giardino di Jodo. Stile sviluppatosi quasi nello stesso periodo dello stile Shinden-zukuri. Nacque come motivo di riprodurre il paradiso buddhista dopo la morte, che si credeva situato ad Ovest.

Karesansui – Giardino Zen o giardino “secco”. È il paesaggio ideale di montagne, fiumi e mare ricreato nel giardino utilizzando materiali “secchi”, cioè rocce e sabbia. L’estremo simbolismo, talvolta criptico ed inaccessibile ai profani, dello zen, trova la sua espressione all’interno del giardino giapponese con l’assegnazione di un grande valore sia a pochi singoli elementi che al grande protagonista estetico, il vuoto. La pietra, presente in pochi esemplari accuratamente scelti, non solo sta a rappresentare, come nella tradizione, montagne e piante, ma è simbolo di tutte le cose del mondo naturale. Essa si erge a icona dell’esistenza stessa delle cose come le percepiamo, rappresenta la materia in contrapposizione con gli spazi vuoti. Utilizzato nei monasteri zen per favorire la meditazione, questo giardino crea paesaggi astratti, progettati per esplorare la coscienza attraverso la meditazione. Il seguace dello zen è un’osservatore, ed è parte della natura. Egli non cerca di comprendere, il suo campo d’azione è l’interazione pacifica con il naturale divenire del mondo materiale. Lo zen dice che di fronte al giardino di roccia c’è solo una cosa da fare: quello che naturalmente deve essere fatto: fare le righe con il rastrello e fondersi con lo spirito intimo della pietra. Raccogliere le foglie, i rami secchi, senza ragione, semplicemente perchè è nell’ordine delle cose che venga fatto. Accettare che non vi sia un motivo e un fine, farsi parte della pietra, farsi parte del vuoto.

Chaniwa o Giardino del Tè. Stile di giardino creato intorno al XV secolo ed affinato nel tempo dai maestri del Tè, per sublimare in estetica, ispirandosi al paesaggio di montagna, l’ambiente (il luogo) che viene percorso prima di entrare nel padiglione (stanza) del tè, in cui si tiene la cerimonia.
Il giardino quindi come opere d’arte. Anche se sono ispirati dalla natura, ne sono un’interpretazione più che una semplice copia. Devono sembrare naturali, ma non selvaggied essere belli in tutte le stagioni.

STILE

Il giardino come opera d’arte.

Percorsi e vialetti in pietra (stepping stone):

karesansuile pietre (tobi), che apparentemente sono disposte in maniera casuale, seguono in realtà ben precisi canoni estetici e di disposizione. Il percorso di pietra non è mai chiuso e non ritorna mai su se stesso, a simboleggiare un percorso spirituale di conquista, e giunge ove una radura, un boschetto, o un lanterna dominano un’area isolata e nascosta ad un osservatore esterno al giardino. Nel sentiero di Tobi niente viene lasciato al caso: dalla forma mai spigolosa delle pietre, al materiale, alla disposizione apparentemente caotica ma in realtà studiata per raggiungere il massimo equilibrio. Le pietre vengono infatti posizionate a distanza variabile l’una dall’altra e con il baricentro spostato una volta da un lato e una volta dall’altro, in modo che disegnino un’apparente linea curva che va a “toccare” i punti più interessanti del giardino. Il percorso verso la casa diventa quindi sinuoso, quasi troppo lungo, ma con uno scopo preciso: far capire all’ospite che la strada per l’equilibrio è lunga e tortuosa. Una metafora splendida che trova supporto nel calore e nelle forme delle pietre naturali usate per il sentiero.

LE PIETRE

giardinogiapponese04Le pietre sono uno degli elementi fondamentali di ogni giardino giapponese. Esse sono l’unico elemento, assieme alla ghiaia, dei giardini karesansui o giardini di pietra. Nel giardino giapponese tradizionale la pietra è l’elemento di unione tra il mondo inanimato costituito da vialetti e ghiaia e il mondo vivo di piante e specchi d’acqua. Riportiamo qui di seguito la tipica classificazione giapponese per le pietre. Ovviamente si tratta di una classificazione estremamente tradizionale che, soprattutto nella progettazione dei giardini giapponesi moderni, viene talvolta surclassata dall’estro individuale del maestro che progetta il giardino contribuendo con il suo gusto personale all’assegnazione del valore simbolico.
A seconda della loro forma, vengono suddivise in cinque insiemi principali, abbinati ad altrettanti elementi naturali: legno, fuoco, terra, metallo, e acqua.
Taido (abbinato al legno) pietre alte e verticali che simboleggiano grandi alberi e la fertilità
Reisho (abbinato al metallo) pietre verticali basse che simboleggiano stabilità e fermezza
Shigyo (abbinato al fuoco) pietre arcuate e ramificate a ricordare la forma della fiamma
Shintai (abbinato all’acqua) pietre piatte e orizzontali poste lateralmente agli altri gruppi per armonizzarli
Kikyaku (abbinato alla terra) pietre prostrate o reclinate utilizzare per armonizzare gli altri raggruppamenti dove ve ne sia bisogno.

L'ACQUA

acquaAll’interno del giardino giapponese l’elemento acquatico è da circa 3 secoli considerato fondamentale e indispensabile all’armonia estetica. Il suo ruolo è quello di contrapporre alla staticità del giardino un movimento dinamico e in continua traformazione. In giardini di piccole dimensioni esso è rappresentato da un laghetto, in quelli di grandi dimensioni da un ruscello e da un laghetto insieme, nei giardini zen e di roccia esso è sostituito da “fiumi” in pietra o ghiaia che lo simboleggiano. L’acqua all’interno dei giardini giapponesi non solo porta dinamicità visiva tramite il continuo movimento, ma tramite il suono prodotto da cascatelle e fontane aggiunge all’artificiosità del silenzio un’ulteriore motivo di contatto con il mondo naturale. Essa, oltre a contenere i pesci, è un’attrazione per molti volatili che si posano lungo le rive e stazionano su pietre e piante circostanti, rendendo il giardino davvero vivo.

LA VEGETAZIONE

Brisbane, Botanischer GartenAnche le piante hanno un elevato valore sia estetico che simbolico. Una divisione generale può essere compiuta tra piante maschili e piante femminili.
Le prime, slanciate e dalle forme spigolose sono spesso presenti in numero esiguo all’interno del giardino, ma con esemplari di notevole dimensione. Le seconde, tipicamente basse e dalle forme tondeggianti, sono invece più diffuse e presenti in tutte le zone “docili” e “tranquille” del giardino. Un’ulteriore distinguo va fatto tra piante sempreverdi, piante da fiore, e piante a foglia caduca. Nella cultura del giardino giapponese hanno infatti molta rilevanza sia il momento della fioritura che quello della caduta delle foglie.
– Le piante maschili


La tradizione vuole che all’ingresso di ogni giardino giapponese vi sia una pianta maschile con un ramo particolarmente allungato sotto cui i visitatori sono costretti a passare. Si tratta solitamente di un Pinus Pentaphylla o di un Taxus opportunamente educati nello stile “macrobonsai”, ossia con i tipici palchi regolari. Tale pianta impone al visitatore sia un atto di sottomissione che una forma di protezione.
Altre piante tipicamente maschili verranno posizionate come elementi isolati e carichi di significato, abbinati talvolta a zone rocciose che simulino un rilievo montuoso. Piante che dimostrano di aver faticato per sopravvivere alle forze della natura sono portatrici del concetto di “wabi” e “sabi”, concetti fondamentali nella cultura giapponese che identificano la natura sia come semplicità ed equilibrio sia come forza, maestosità e antichità.
– Le piante da fiore
Le piante da fiore, tipicamente femminili, hanno il duplice scopo di essere icona alla bellezza della natura in primavera, e simbolo del faticoso percorso svolto dalla pianta nel tempo per giungere ad un obbiettivo così bello ma anche così poco durevole come il fiore. 
La pianta che tipicamente si gonfia di splendidi fiori in primavera è l’azalea (satzuki), spesso educata a palla e dalle forme globose e rassicuranti. 
Piante come il Prunus Mume e il Cigliegio hanno invece portamento esile e prostrato. Hanno poche branche e rami dalle forme contorte e spigolose, segno delle fatiche del tempo. La loro fioritura, particolarmente apprezzata, risulta miracolosa se comparata con l’apparente fragilità della pianta. La fioritura dura poche settimane e riuscire a coglierne la completa evoluzione significa aver compreso a pieno forza e fragilità del mondo naturale.

– Piante a foglia caduca


L’acero è sicuramente la pianta a foglia caduca più amata in giappone. 
Il genere comprende centinaia di specie e varietà, ma la più apprezzata è sicuramente Acer Palmatum. Si tratta di una pianta a lenta crescita con la tipica foglia a forma di stella. Come per la foritura primaverile, la caduta delle foglie di acero in autunno è un evento importantissimo e ricco di significato. 
Molti appassionati in Giappone decidono addirittura di prendere dei giorni di ferie per stare seduti intere giornate sotto la chioma di queste imponenti piante e apprezzare un evento considerato sacro. Questa pianta, all’interno del giardino giapponese deve trovarsi nei pressi della casa, ma deve avere sotto di se tutto lo spazio necessario a contenere la caduta delle foglie. Uno spazio esclusivo del giardino deve essere dedicato unicamente ad essa. Le foglie non andranno raccolte sino a che l’ultima non sarà caduta dalla pianta.
Sono moltissime le piante amate dai giapponesi e tipicamente utilizzate nel giardino tradizionale, citarle tutte sarebbe davvero eccessivo. Esistono però alcune piante che sono particolarmente “famose” e degne di essere citate: Gingko Biloba, Pino, Ginepro, Bamboo.

Nella prefazione al libro Sakuteiki, tradotto da Paola Di Felice e già pubblicato nel 2001, Fosco Maraini aveva scritto: ”I giardini dell’Occidente sono splendidamente antropocentrici, quelli del Giappone rigorosamente naturocentrici. Gli uni sono ispirati da una religione in cui si proclama come insegnamento di base che l’essere umano fu creato a immagine di Dio; gli altri sono pervasi da una fede, il Buddhismo, in cui l’umanità si perde nelle voragini del tempo, rivestendo potenzialmente forme a miriadi.”, introducendo così, con assonanze e contrasti, il tema del confronto di culture.

Per riappropriarsi del proprio tempo e della propria anima, chi ha la fortuna di avere uno spazio aperto può cercare, con il nostro aiuto, di creare un’angolo dove potersi rilassare e godere delle bellezze della natura anche a casa!